domenica 25 settembre 2011

LA LEGGE 170 & I (VECCHI E NUOVI) DISTURBI DELL’APPRENDIMENTO

di Sergio Fenizia
Pubblicato sul mensile Fogli, n. 363, novembre 2010, pp. 10 e 11.


A molti sarà tornato in mente Ishaan Awasthi, il geniale bambino dagli incisivi prominenti che rifiuta un modo di apprendere drammaticamente a lui inaccessibile. È il rotagonista di Stelle sulla Terra, il film di produzione indiana (2007) che Rai1 ha proposto la scorsa estate, aggiudicandosi la serata televisiva con oltre due milioni di spettatori (share del 18,26%). 

Ishaan è un alunno di nove anni dislessico che «si salva» grazie al suo professore di arte, attento ai bisogni dei propri alunni e capace di valorizzare le dinamiche positive di un college tutto maschile.
In Italia a luglio si respirava una certa attesa per l’approvazione della legge sui disturbi specifici di apprendimento (DSA) in àmbito scolastico, che era giunta alle battute finali dopo un iter di due anni. Il piccolo capolavoro del regista Aamir Khan è risultato prezioso anche per attività di formazione rivolte a docenti, soprattutto negli istituti più sensibili all’educazione personalizzata.
 
In relazione agli effetti prodotti sul pubblico, pur nella sua semplicità, ci sembra emblematico il seguente commento in un blog: «Sono la mamma di un bambino di 9 anni con disturbi dell’apprendimento certificati, ma le maestre non capiscono o non vogliono capire che non è un bambino svogliato o incapace di concentrarsi, e invece di comprendere le sue difficoltà lo catalogano come uno che già dopo un’ora di scuola è finito! Mi sono ritrovata a guardare questo film e a piangere lacrime amare fino alla fine, anche perché i primi tempi rimproveravo aspramente mio figlio, poi con l’aiuto di specialisti ho capito». Adesso con l’aiuto del legislatore anche per molti insegnanti sarà più facile capire.

In verità la legge n. 170 del 2010 non dice nulla che gli insegnanti più coscienziosi non sapessero o non facessero, anzi forse è anche il frutto delle loro esperienze catalizzate dalla Associazione Italiana Dislessia. Il valore esemplare che ogni legge porta con sé, pur in assenza di particolari sanzioni, non mancherà comunque di produrre un aumento di sensibilità in molti altri docenti. Nata in area Pd, proposta dalla senatrice Vittoria Franco, ma votata all’unanimità dalla Commissione Cultura del Senato, la normativa entrata in vigore il 2 novembre rappresenta uno di quei casi in cui bisognerebbe lodare chi ha portato avanti una causa in cui credeva, ma anche chi l’ha fatta propria pur se promossa dall’opposta area politica. Il presidente della commissione, Guido Possa, e il suo collega Franco Asciutti (entrambi del Pdl) la considerano una «legge storica». Vittoria Franco ha dichiarato che «una diagnosi precoce e una formazione specifica per gli insegnanti consentiranno un intervento più efficace per evitare l’isolamento dei bambini e per permettere loro un sereno e proficuo inserimento del mondo della scuola» e che «si tratta di un buon punto di partenza» per venire incontro alle esigenze specifiche di alunni che soffrono di dislessia, disgrafia, disortografia o discalculia.
Tali difficoltà trovano nel testo normativo una regolamentazione che andrà interpreta alla luce «dell’evoluzione delle conoscenze scientifiche in materia». Sarà sempre meno difficile distinguere i casi in cui si diano tali situazioni da quelli in cui ci si trovi in presenza di esigenze educative che possono ritenersi invece «normali», ma che a volte, se disattese, posso produrre effetti non meno gravi nello sviluppo dei giovani e, di riflesso, per la società.
Altro esempio di attenzione alla persona umana: la 5ª Giornata Nazionale dello Sport Paralimpico, celebrata il 14 ottobre scorso in tredici città, con la partecipazione di 40mila studenti. Un successo che dimostra la quantità di scuole in cui si svolgono attività per avvicinare gli studenti disabili allo sport. Sempre in questa linea, la notizia riferita dal mensile Tuttoscuola. In occasione del convegno sull’integrazione scolastica dei bambini disabili (Reggio Emilia, 2 ottobre 2010) Luigi Morgano, segretario della Federazione italiana scuole materne, aveva sollecitato un adeguato piano di interventi educativi integrati supportato da risorse ad hoc da parte dello Stato, degli enti locali e delle Asl, che consenta alla Fism di svolgere la sua attività senza penalizzare le famiglie. 

Ora un’indagine promossa da un ampio cartello di associazioni di scuole paritarie sostiene che il finanziamento delle stesse non graverebbe sul bilancio pubblico. La ricerca, curata da Luisa Ribolzi, dell’università di Genova, e Tommaso Agasisti,  ricercatore del Politecnico di Milano, prende in considerazione le famiglie che vorrebbero passare dalla scuola statale a quella non statale e non lo fanno per ragioni economiche (il 30% del campione in esame): anche se si assegnasse a queste famiglie un contributo di 1.500 euro all’anno, il risparmio per le finanze pubbliche ammonterebbe a 130 milioni per il primo anno e a 540 milioni per il quinquennio.

Veniamo infine alle cose di cui parlano i giornali: il sole delle Alpi può stare nella scuola di Adro (comune a guida leghista)? Una lapide e una bandiera rossa possono ricordare la fondazione del Partito comunista nel 1921 anche se il teatro San Marco di Livorno attualmente è adiacente a un asilo? Il dibattito sul mondo della scuola è alimentato da questioni, come si vede, importantissime. Noi vogliamo ricordarne qualche altra a titolo di esempio: Viaggi di Distruzione e Mostre di Finta-arte, Quotidiani in classe e Libri fuori, Progetti a raffica e Lezioni a singhiozzo. Se una futura normativa si occupasse anche di questi nuovi disturbi dell’apprendimento, un buon 30% di ciò che impegna parecchi insegnanti e studenti potrebbe convertirsi in preziose energie per fare un po’ più di scuola.

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